Ettore Sardelli a 360° dopo la promozione in A2
Intervista di: Nicola Giannattasio
Nel mondo del calcio si parla di "Allegrismo", "Guardiolismo" o "Cholismo", quando una squadra diventa immagine e somiglianza del proprio allenatore. Dopo la promozione del Futsal Pontedera in A2 non si può non parlare quindi di trionfo del "sardellismo", forse perché non è mai esistito in Toscana un tecnico capace di essere la squadra che allena e di esserlo da quasi 20 anni.
A qualche giorno dalla vittoria contro la Vigor Fucecchio, che ha sancito la vittoria del campionato di Serie B, ci tuffiamo allora nel mondo di Ettore Sardelli, deus ex machina del Pontedera dei miracoli.
Ettore, cominciamo dalla fine, dal triplice fischio finale di sabato. Qual è stata la prima sensazione che hai provato?
Una duplice sensazione: la prima di liberazione e leggerezza, perché è stata un’annata difficilissima da tutti i punti di vista, fuori e dentro al campo. Quello che non è accaduto in 15 anni ci è successo questa stagione, con varie vicissitudini societarie che si sono susseguite sin da agosto a ruota, senza darci tregua, compreso l’essersi trovati senza campi all’improvviso a inizio gennaio, più quelle legate alla rosa corta e agli infortuni. Tant’è che ho avvertito subito l’esigenza di ringraziare i ragazzi perché veramente il sabato pomeriggio in questi mesi è stato per me il giorno più piacevole della settimana. Quindi un grazie va a loro e a quello che hanno messo sul campo.
La seconda sensazione è stata quella di aver chiuso il cerchio di quanto programmato quando iniziai nel 2008. Sai bene che qui non sono solo allenatore della Prima Squadra ma ricopro e ho sempre ricoperto varie funzioni. C'è stata una programmazione mirata per step, legati al passo che le gambe nostre potevano avere. Raggiungere i seguenti obiettivi: approdo nel nazionale e consolidamento con la prima squadra, creazione di una società solida e organizzata, creazione di un settore giovanile importante e vincente da cui attingere, riuscire ad avere un impianto proprio da gestire. Direi che il cerchio adesso è chiuso.
Un percorso quello del Futsal Pontedera iniziato appunto nel 2008. Quanto hai pensato in questi giorni a quegli inizi in Serie D?
Sinceramente non tanto. Sicuramente non rinnego quegli anni, perché secondo me la gavetta è fondamentale per crescere. Però caratterialmente sono proiettato a non fermarmi ed adagiarmi e l’unico pensiero di questo periodo è rivolto a cosa farà ora Ettore Sardelli se rimarrà al Futsal Pontedera e come dovrà d’ora in poi programmare il macro progetto Futsal Pontedera 2.0. Sguardo sempre rivolto in avanti e sempre al bicchiere mezzo vuoto per migliorarsi e crescere.
Personalmente ritengo che la stagione chiave per la maturità del Futsal Pontedera sia stata la 2017/18. Retrocessi in C2, molti avrebbero mollato. Voi avete rilanciato puntando sui giovani e da lì è stata un'escalation.
Come ti dicevo sopra, il cerchio in quel momento non era chiuso, non aveva senso fermarsi. Però avvalorò la tua tesi, se le difficoltà le analizzi bene diventano opportunità, quindi abbiamo incanalato quella retrocessione come incidente di percorso che ci ha stimolati per migliorarsi ancora di più. Fossi stato in un’altra società mi avrebbero esonerato, il fatto di essere a casa mia mi ha avvantaggiato, ma se avessi capito che il problema fossi stato solo io per onestà intellettuale avrei lasciato. Sicuramente può servire da esempio a tante società che non hanno nè programmazione, nè pazienza, nè una visione, nè qualità di valutazione.
Tornando all'attualità, tutto si può dire tranne che il Pontedera fosse la squadra favorita per la vittoria del campionato. Tu quando hai iniziato a crederci davvero?
La mossa vincente credo sia stata quella di non averci mai pensato. Ho ricordato ai ragazzi sin dall’inizio che l’obiettivo ce lo saremmo costruiti da noi passo dopo passo. strada facendo. Quindi l'aver guardato come macchine partita per partita ci ha permesso di non fare pensieri diversi che potevano condizionarci nel percorso. Non ci crederai, ma veramente ci ho creduto a 10' dalla fine di sabato.
Quanto è stato importante avere in rosa giocatori che già avevano vinto il campionato di B, come Cerri, Morganti, Mangione e Della Marca, a livello di mentalità?
Intanto aggiungerei Montagna che pur avendo giocato solo 8 gare, in curriculum di vittorie ne ha tante e ci ha aiutato molto. Per quelli che hai menzionato te direi che chi mi diceva che avevo preso degli scarti finiti aveva sbagliato i suoi conti. Fieto di averli avuti a disposizione.
Tra gli aspetti più belli di questa vittoria ti faccio due nomi: Maggini e Zanoboni. Ragazzi cresciuti nel vostro settore giovanile.
Maggini e Zanoboni sono l'emblema vincente di uno dei punti che mi ero messo nel capo di raggiungere nel 2008 quandi siamo nati, cioè il lavoro con i giovani. Altri in questi anni hanno buttato via questa opportunità, altri spero li prendano ad esempio.
Sicuramente il Futsal Pontedera 2023/2024 non è solo la A2, ma la consacrazione di un progetto tecnico e di un lavoro vincente a 360 gradi. Basti vedere l'U19 che anche questo anno aveva rivinto il proprio gironcino (sul campo avevamo fatto piu punti di tutti e solo una vittoria a tavolino del Boca con il Grosseto ci ha fatto arrivare a pari punti e secondo per un solo gol nella differenza reti negli scontri diretti). Sono comunque 5 anni che con tre cicli diversi di giocatori che arriviamo ai vertici regionali, con due vittorie e tre secondi posti. L'Under 17 è arrivata ai play–off con il secondo ciclo di lavoro e in quello precedente aveva collezionato un terzo e secondo posto regionale. Permettimi di menzionare anche Gningue, 2002, seppur non del nostro vivaio, assoluto protagonista troppo presto scartato forse da altre parti, forse solo te ed io ci credevamo. Ma anche i 2006 Emanuele Cerri Emanuele e Niccolò Galli importantissimi in molte partite.
A inizio anno, in un'intervista fiume, parlasti di ultima stagione in cui speravi che il Pontedera facesse il salto di qualità, altrimenti ti saresti guardato intorno. Ora che avete conquistato la A2 ed è ufficiale il progetto del palazzetto cittadino, cosa ti senti di dire al Sardelli di quell'intervista?
Per me questa stagione era fondamentale per mettere a fuoco a che punto della mia crescita professionale ero arrivato. Capitava a pennello un'annata dove i valori si equiparavano grazie alla presenza di un solo straniero per squadra e per di più in un girone dove regnava l'equilibrio e dove non partivamo tra i favoriti. Aggiungiamo anche un girone che mi metteva a confronto con mister quotati e vincenti a livello nazionale e regionale come i vari: Checa, Andrijic, Diaz, Zudetich, Agosti, Poli, lo stesso Vannini che col femminile ha fatto sfracelli, tutti mister di cui ho stima. Con le nuove regole, credo che l’incidenza dei mister diventi fondamentale. Il Sardelli dell’intervista si è già confrontato con gli altri componenti della società, ha già l’idee chiare su quello che per lui serve per rimanere e ripartire con la nuova riprogrammazione. Il Sardelli dell’intervista si prende questi due mesi per vedere se insieme agli altri riuscirà a trovare queste basi, altrimenti sarà costretto a guardarsi intorno e valutare eventuali offerte.