Elena Galluzzi, la guerriera di ferma


16/05/2018 - Il capitano del Florentia saluta la società e il futsal di alto livello

Il calcio a 5 fiorentino e quello toscano ammainano una delle sue bandiere. Elena Galluzzi, 42 anni il prossimo ottobre, dice basta con il futsal d'alto livello, annunciando l'addio al Futsal Florentia e alla serie A. Lo fa ancora convalescente da un primo intervento al ginocchio, a cui ne seguirà un altro proprio in autunno. Il fisico da guerriera che negli ultimi anni le ha permesso di dominare atleticamente le avversarie ha bisogno di una fermata ai box. Se sarà definitiva lo scopriremo soltanto nei prossimi mesi, ma intanto è doveroso tributare il giusto applauso ad una giocatice che ha saputo andare al di là dei propri limiti, vivendo due carriere sportive di livello altissimo. Prima come una delle più forti giocatrici italiane di Softball, conquistando 4 volte il titolo Europeo, e poi diventando uno dei riferimenti del futsal toscano e non solo. 
Elena Galluzzi, gira la voce che tu voglia appendere le scarpette al chiodo, è davvero così?
La voce che gira è vera....non attaccherò, spero, le scarpette proprio al chiodo ma sicuramente l'A1 non è nel mio programma futuro. Adesso devo.pensare a rimettermi in piedi dopo l'intervento al ginocchio poi vedremo se potrò continuare a giocare, ma con impegno molto minore.
Nonostante i 41 anni anche quest'anno il tuo è stato un contributo importante. Quanto ti sei sentita "mamma chioccia" di questo Florentia nelle ultime due stagioni?
Non è nel mio istinto fare "mamma chioccia" ma, ovviamente, giocando con persone con cui ci sono 20 anni di differenza e che potrebbero essere tue figlie un istinto di protezione ti viene per forza. La voglia di spronarle o consolarle, di appagarle o scuoterle. Penso che anche per loro sia stato un apporto importante in un mondo completamente nuovo.
Due campionati vinti e l'immediata capacità di riportare la città di Firenze nell'elite del futsal femminile italiano. Ti aspettavi un percorso così netto?
Un cammino straordinario sì, veramente di grande soddisfazione se pensiamo che in due campionati abbiamo avuto una sconfitta, un pareggio e poi tutte vittorie. Queste cose non accadono per caso ma sono frutto di un programma mirato e serio portato avanti, in primis, da dirigenti e società. Era inaspettato forse, ma ben fissato nella mente fin dall'inizio.
Quando si dice basta, o comunque si sta pensando se smettere o meno, si tracciano dei bilanci e si cerca di dare un giudizio alla propria carriera sportiva. La tua, innanzitutto, non è stata solo votata al calcio a 5. Da campionessa di softball al futsal, come maturò questo passaggio?
Se dovessi tracciare un bilancio della mia vita sportiva, prima 16 anni nel softball poi il calcio a 5, non potrei essere che pienamente soddisfatta e stimarmi per quello che ho fatto. Col softball ho giocato 12 anni in nazionale vincendo 4 Campionati Europei e partecipando a 2 Mondiali. Poi il passaggio al calcio a 5 così (io sono così) estemporaneo e se una cosa mi piace ci metto tutta me stessa. Ovviamente non venivo dal calcio a 11 e non avevo assolutamente nessuna base tecnica rispetto alle mie compagne, ma una cosa avevo in maniera spropositata forse più di tutte: voglia di competere ad alti livelli e di vincere ancora!! Io so cosa significa essere atleta, so a cosa si rinuncia in cambio di che cosa. Conosco il sudore, la fatica, la voglia di mollare quando una cosa non va, la paura...e poi conosco la scommessa con se stessi, la sana rivalità, il rispetto e la grinta, la "fame" che non ti fa mollare mai.
Sancat, ma soprattutto Isolotto. La prima Serie A unica, l'inserimento tra le squadre top in Italia, fino ad un'ultima stagione con la storica Coppa Italia ma la delusione della sconfitta in finale scudetto. Come riassumi la tua lunga avventura in biancorosso?
La riassumo con il termine Favolosa!! Non posso ovviamente dimenticare i momenti brutti che ci sono stati. L'ultimo anno dell' Isolotto è stato difficile per me, problemi fisici, problemi con lo staff, problemi economici che poi hanno portato al fallimento della società. Per assurdo l'anno.più bello a livello di trofei e vittorie e il più difficile a livello umano. Ma quando poi ci sono la volontà e la passione le cose possono aggiustarsi e così è stato. La nuova società, l'avvento del Presidente Alberto De Santis, i dirigenti e il mister che hanno costruito un progetto e giocatrici che, senza pensarci tanto , hanno avuto fiducia e sono ripartite con la Futsal Florentia. Per me, scelta quanto mai più bella. Quindi non posso che essere felice e vivere con più tranquillità il mio ritiro, sicura di lasciare il tutto in ottime mani sotto tutti gli aspetti.
Una carriera passata fianco a fianco a tuo marito, Maurizio Colella. Come hai vissuto questo rapporto allenatore–giocatrice che era anche un marito–moglie?
Il rapporto con Maurizio in campo è sempre stato di massimo rispetto e di massima divisione di ruoli. Questo credo sia stato il grande segreto per essere l'uno lo stimolo dell'altra. Nello zaino dell'allenamento mai mettevamo tensioni di casa e, viceversa, vuotavamo lo zaino prima di entrare in casa se mai ci fossero state tensioni di campo. La cosa più difficile è sicuramente stata la gestione del bambino visto l'impegno che, comunque, questi campionati si portano dietro. Tanti allenamenti, partite ogni domenica, trasferte... ecco un altro motivo.per cui credo sia arrivato il momento per me di smettere e stare più con mio figlio. Reputo Maurizio un grandissimo tecnico, antipatico e rigido al punto giusto per tenere un gruppo e assolutamente bravo nel gestire le partite. Gli auguro di cuore di levarsi ancora tante soddisfazioni, se le merita tutte.
Nel Futsal Florentia ci sono tante ragazze giovani che l'anno prossimo si confronteranno per la prima volta con la Serie A. Che consiglio ti senti di dargli?
Dalla serie A2 all' A1 ci sono, non una, ma due, tre categorie di differenza sotto tutti gli aspetti. È stimolante e bellissimo, ma all'inizio.per le giovani sarà un po' difficile. Mi sento solo di dirgli di non mollare alla prima difficoltà, di impegnarsi al massimo, di alzare ancora di più l'asticella mentale e di seguire ciò che i tecnici a loro disposizione gli dicono. Ultima cosa: un po' di fame in più. Loro sono brave e secondo me avranno tante soddisfazioni ma ci sono ancora alcuni scalini da salire....lo faranno!!
C'è una vecchia canzone di Antonello Venditti "Correndo Correndo", che potrebbe essere il titolo della tua carriera. Cosa ti mancherà delle tante corse fatte su e giù per il campo?
Tutto, mi mancherà tutto. L'unica cosa che non mi mancherà, forse, sarà l'impegno costante ma per il resto sento già un tuffo al cuore ogni volta che ci penso. Più di tutto mi mancherà la competizione, l'adrenalina della domenica, lo sguardo complice delle mie compagne, indossare la maglia per cui tanto ho dato. Tutto questo mi mancherà da morire....ma è la vita...e purtroppo l'età.