Intervista a Pietro Curci
Allenatore tra i più longevi nel panorama regionale, personaggio amato da alcuni e discusso da altri, fondatore di Pallaalcentro e inventore dell'attuale formula della Coppa Italia e di altre proposte che hanno in parte segnato gli ultimi anni del futsal toscano. Movimento di cui è stato, ed è tuttora, uno dei personaggi più in vista. Curci aveva iniziato la panchina come Responsabile del Settore giovanile dell'Isolotto, salvo poi rassegnare le dimissioni.
Pietro, cominciamo da una notizia passata sotto silenzio: il tuo addio all'Isolotto. Motivi?
Si. In silenzio perché non volevo che qualcuno potesse "calvalcare" questa notizia adducendo false verità. Il 15 novembre (quindi più di un mese fa) ho dato le dimissioni da responsabile del settore giovanile: i motivi? Diversi. Partiamo dal fondo, dalla trasferta di Torrita, dove la squadra juniores è arrivata fuori tempo massimo. Mi sono accollato tutte le responsabilità dell'accaduto ed è stata la cosa che mi ha fatto prendere la decisione finale. Qualche giorno prima, il mercoledì antecedente, c'era stata una riunione con il direttore generale e con tutto lo staff del settore giovanile al gran completo. In quella occasione furono dette belle parole ma anche cose non vere, parole che mi hanno disturbato e non poco. Prima ancora, ci fu uno screzio con il responsabile della prima squadra, nel quale sbagliammo entrambi (chiesi scusa pubblicamente ma non ne ricevetti in cambio). Ma al di là di questi episodi, si era creata un'aria che non era quella iniziale, quella dove mi fu garantita la totale libertà di movimento, la famosa carta bianca, cara a Totò e adesso anche a me. Sono rimasto stupito del fatto che nessuno ha voluto parlare con me delle dimissioni, accettate subito, e del fatto che, dovere di cronaca, dopo poche ore dalle mie dimissioni, ero stato già escluso dal gruppo creato su Facebook della società, chissà che segreti avrei potuto carpire! Passato in un attimo da cardine a persona scomoda. Qualcuno ha detto che ero poco presente, che avevo troppi impegni. Io lavoro in una grande azienda e il mio capo, fisicamente, lo vedo 3–4 volte l'anno... e malgrado ciò, siamo il più grande gruppo editoriale italiano! La presenza è importante, ma non fondamentale per fare quello per cui ero stato chiamato: sono i dati oggettivi quelli che contano, non il "sentito dire" o il "qualcuno mi ha detto"!
In estate aveva fatto notizia il tuo ritorno dopo il divorzio dell'anno prima.
Avevo iniziato a collaborare con il Pelletterie nell'autunno passato, prima della fusione con l'Isolotto, per creare il settore giovanile. "Sei il migliore in assoluto", questo mi fu detto, e iniziai a fare stage, a contattare l'universo mondo per realizzare ciò che non esisteva. Ad un certo punto fui chiamato e mi fu detto della possibile fusione e soprattutto che il cardine di tutto ero io, cioè, con il mio assenso si sarebbe fatta la fusione, senza sarebbe rimasto tutto come era. Ma c'erano in ballo i rapporti precedenti con i dirigenti dell'Isolotto ma dissi che per me non sarebbe stato un problema (per la cronaca, Bonucci e Colella sono stati gli unici due "grandi capi" che mi hanno telefonato dopo le dimissioni) e così è stato. Ero contento di iniziare una nuova avventura, anche non seduto in panchina ma ad una scrivania, collaborando subito alla creazione della prima squadra, insieme a quello che poi sarebbero stati gli staff e le rose del settore giovanile.
Che situazione lasci?
Per far capire la situazione che ho lasciato bisogna partire da quello che esisteva prima del mio arrivo: nulla! In poco tempo, insieme ai miei collaboratori, ho creato due squadre, U21 e Juniores (la terza, gli allievi, ci siamo andati davvero vicini). Ci siamo concentrati sulla Juniores partendo dal fatto che senza basi si sarebbe andati poco lontano e la squadra conta di 16–17 giocatori. Un po' più risicata l'Under 21, dove eravamo, numericamente, in inferiorità, ma i progetti non si fanno in due mesi, spesso in due–tre anni. Nella mia agenda c'erano diverse cose da mettere in pista, alcune erano praticamente fatte, altre fattibili, come l'ingresso in società di un grande sponsor, oltre a tantissime trattative in stato molto avanzato.
C'è qualcosa da salvare in questa avventura?
Ti dico che sono rimasto molto sorpreso (positivamente) dal rapporto creato con Maurizio Colella. E sono stato contento, pur essendo già fuori, di aver aiutato Valentina Rosini alla partecipazione della sua scuola calcio all'avvenimento della Nazionale Italiana a Prato. Per il resto... non mi viene in mente nulla.
Ti aspetti la chiamata di qualche società?
Io non sono tesserato per nessuno perché, volutamente, non ho richiesto il tesseramento. Lungimirante? Forse. Mi dispiace solo per le chiamate che ci sono state (e parecchie) quest'estate, tutte declinate, perché credevo fermamente al progetto Isolotto–Pelletterie, progetto sposato con una stretta di mano (che per me vale ancora tanto) a prescindere. Se qualcuno mi chiamerà, valuterò tutte le offerte.
Continua il tuo lavoro con la Rappresentativa. Come vedi la crescita del nuovo gruppo?
Vedo un gran bel lavoro che sta facendo tutto lo staff, composto da persone umili: qui non esiste nessuna primadonna o nessuno che gonfia il petto, ma tutti si sono messi al servizio per la crescita di questi ragazzi. Vedo la grande collaborazione che le società (direi il 99%) stanno mettendo al servizio della Rappresentativa. Mi piace quello che sta nascendo, parecchio. Quel che verrà fuori sarà un bel gruppo, ne sono convinto. Approfitto per ringraziare le società che fin qui, ci hanno ospitato, Montecalvoli, Montelupo e Terranuovese, invitando le altre a far sentire la propria presenza (oltre che ad un gradito invito).
Obiettivi per il Friuli?
Molto dipenderà, ovviamente, dal sorteggio. Ci siamo migliorati già nel passato torneo, riuscendo a vincere una partita dopo tantissimo tempo, pur avendo una squadra, rispetto alle precedenti, con meno qualità. Obiettivo è di ripetere quello ottenuto in Sardegna; siamo ottimisti per questo!
Sei stato per anni una figura di spicco del futsal toscano. Come valuti la situazione del movimento?
Anche qui, bisogna fare un passo indietro. La gelosia di alcuni (e la volontà di prevaricare ed emergere per un fatto strettamente personale) ha fatto in modo che il calcio a 5 in Toscana collassasse. L'avvento di Antonio Scocca è stato un segnale estremamente positivo; a lui ho "passato" tutte le mie idee e le mie proposte, messe in un cassetto anni fa. Non è facile ripartire ma anche qui sono i numeri che parlano e che non hanno bisogno di nessun commento.
Cosa farà Pietro Curci da grande?
Lo sai che non lo so? Per ora continuo... a suonare!